Qualche giorno fa a Londra Paul Lewis, giovane e brillante giornalista investigativo del Guardian, ha spiegato come ha usato twitter in due sue grosse inchieste: le morti, entrambe causate dalla violenza delle forze dell'ordine, di Ian Tomlison, durante il G20 nella capitale inglese, e del rifugiato angolano Jimmy Mubenga mentre veniva imbarcato sul volo British Airways flight 77 per essere rimpatriato a forza.
In entrambi i casi Lewis e colleghi hanno fatto un'enorme lavoro sul terreno (una volta si diceva "consimando le scarpe") per ricostruire fatti e tempi, ma la svolta è arrivata grazie a Twitter.
«Non sappiamo ancora come avviene» osservava lucidamente di Lewis, «ma questi messaggini di appena 140 caratteri sembrano in qualche modo trovare la strada per arrivare alle persone giuste.
È infatti con twitter che i testimone chiave hanno saputo dell'inchiesta di Lewis e lo hanno contattato. E la strada dei messaggi è stata davvero tortuosa. Entrambi avevano lasciato Londra da tempo (uno era negli Usa, l'altro su una piattaforma petrolifera al largo dell'Angola), ma il tweet giusto li ha raggiunti.