Oggi, sul primo numero del nuovo Nòva24 in formato tabloid, racconto della nostra visita a Isis, la più importante sorgente pulsata di neutroni del mondo, dove una task force di ricercatori del Cnr italiano, delle Università di Milano Bicocca e di Tor Vergata e in collaborazione con il Nast stanno mettendo a punto le tecnologie che nel futuro rivoluzioneranno, tra le altre cose, anche il mondo dei beni culturali. Ma come in tutte le storie, c'è molto di più di quello che si riesce a mettere in pagina. Ecco qualche approfondimento.
Negli acceleratori di Isis, ogni secondo, milioni di protoni che andando a schiantarsi su dei bersagli di tungsteno di pochi centimetri quadrati producono i neutroni e i muoni che diventano un vere e proprio telescopio per osservare il nanomondo dei materiali. Ecco, in un bel video preparato dall'Stfc britannico come funziona.
E visto che la ricerca, oltre che di neutroni, è fatta anche di uomini e donne in carne e ossa, ecco la facce dietro quella che è una vera e propria favbbrica di scienza.
Circuiti da bombardare. Christopher Frost, responsabile della facility per i test con neutroni, con in mano una scheda di microchip pronta per venir testata sotto un bombardamento di neutroni.
Ricercatori spadaccini/1. Francesco Grazzi, dell’Isc del Cnr di Firenze, con in mano una spada giapponese del 1400.
Ricercatori spadaccini/2. Grazzi insieme a Francesco Civita, curatore della sezione giapponese del museo Stibbert a Firenze.
Idrogeno solido. Marco Zoppi, dell'Isc del Cnr di Firenze, che sta utilizzando i neutroni per sviluppare sistemi di stoccaggio solido per l'idrogeno. Sullo sfondo la seconda stazione di collisione di Isis.
Il sorriso della ricerca. Luciano Maiani, fisico e presidente del Cnr, scerza con la targa per l'inaugurazione di Nimrod, il più recente, ma sicuramente non l'ultimo, strumento italiano installato ad Isis.
La compagnia delle particelle. Luciano Maiani e Andrew Taylor, direttore di Isis si stringono la mano nell'Oxfordshire, all'entrata di Isis.