Ogni inchiesta che si rispetti, ma soprattutto quelle che ti portano sul terreno ("a consumarti le scarpe" diceva un mio prof di giornalismo...),producono molto più materiale e conoscenza di quanto possa entrare nella pagina. Tra le persone e le innovazioni che ho incontrato a Perugia, durante la mia visita per preparare "Perugia Rinnovabile", l'ultima tappa delle Città Illuminate, eccone qui di seguito alcune decisamente visionarie. Sullo scooterone, (rigorosamente elettrico!), è seduto Lorenzo Fasola Bologna, il direttore dell'azienda agricola di Monte Vibiano, che lo scorso 11 ottobre ha lanciato 360° Green revolution. Una trasformazione radicale che dovrebbe portare l'azienda, che produce un olio congelato di prima qualità di cui rifornisce moltissime linee aeree internazionali (quando si dice portare il sapore dell'Italia nel mondo... Qui un bel video di Cnn Traveller) a diventare Carbon-free entro la fine del 2009. Ma la portata di questa trasfromazione si capisce davvero solo incontrando Lorenzo. A 37 anni, dopo studi in economia e viaggi un po' in tutto il mondo, Lorenzo persegue i suoi obbiettivi ambientali con la stessa tenacia e determinazione con le quali gioca a tennis nei campionati nazionali.
Quella che spunta dietro lo scooterone è infatti un sistema di accumulo dell'energia fotovoltaica unico in Italia e tra i primi in Europa. Sviluppato dall'austriaca Cellstrom, utilizza un elettrolita liquido al vanadio che permette di mantenere la carica in maniera molto efficiente (si parla dell'1% di perdita l'anno). La durata dell'impianto, che ha un costo di circa 800mila euro, è di circa 15-20 anni, ma è condizionato soprattutto dalla durata della componentistica più che dall'elettrolita. L'impianto come appare è stato assemblato dalla Solon.
Un'altra innovazione, introdotta a Monte Vibiano sono le vernigi anti-albedo che permettono di ridurre il calore riflesso dai silos verso l'atmosfera e quindi l'effetto serra.
Last bit not least, sul fronte dei combustibili a Montevibiano i trattori sono già diventati ecologici con il bassaggio al biodiesel, ma si progetta di spingersi ancora più in là nel prossimi mesi. Nel perugino, un punto di riferimento per molte aziende è diventato infatti il Centro di ricerca sulle biomasse del prof. Franco Cotana presso l'Università di Perugia con il quale collaborano anche molte altre aziende del territorio come la Lungarotti che ha anch'essa avviato un sistema di riutilizzo del cippato agricolo da utilizzare in caldaie (è il progetto ERAASPV: Energia Rinnovabile per le Aziende Agricole
derivante da Scarti di Potature dei Vigneti). Il prossimo passo però sarà la messa a punto di un biodiesel di seconda generazione, un combustibile liquido simile a quello attuale, ma ottenuto da materiali molto meno nobili come quelli legnosi che compongono i residui agricoli.
Sul fronte delle rinnovabili lavora anche Gianluigi Angelantoni con la sua Archimede Solar che ha già lanciato la produzione industriale dei tubi a sali fusi ideati dal Nobel Carlo Rubbia quando guidava l'Enea e sperimentati nella centrale Enel di Priolo Gargallo vicino a Siracusa dove funziona in ciclo combinato con una centrale a combustibile fossile.
Il sistema, attualmente in concorrenza con quelli a olio minerale già utilizzati in Nevada negli Usa e in altri Paesi sembra avere le carte in regola per diventare la tecnologa leader del solare termodinamico che oggi vede già installati 480 MW e altri 800 in costruzione in Spagna dove c'è una pipeline di quasi 130 progetti, e negli Usa (50 progetti).
A fianco, uno dei tubi per i sali fusi prodotti dall'Archimede Solar. A vederli sono molto semplici e bastano due persone per sollevarne uno afferrandolo per i manici in legno, ma sono un concentrato di tecnologia. Dal nanorivestimento nero che ricopre il tubo interno in acciaio, a sistemi per mantenere il condotto sotto vuoto e senza impurità, al passaggio, delicatissimo e diventato il fiore all'occhiello dell'azienda, di giunzione dei "colletti in metallo al vetro perché a tempetarature di 550°C le dilatazioni sono impressionanti.
Come ho sottolineato anche nell'inchiesta su "Nòva24-Il Sole24Ore" a Perugia, come in tutti i territori dove si innova, non mancano i punti di difficoltà. Il prossimo rapporto Ruics sull'innovazione in Umbria uscirà tra qualche settimana e sarà interessante confrontarlo con quello disponibile oggi qui, che precisa:
"Per l’Umbria emerge, in estrema sintesi, una prosecuzione nel percorso di recupero intrapreso rispetto alle regioni italiane più dinamiche, all’interno di un quadro di competitività italiano non particolarmente brillante. Infatti, per alcuni indicatori l’Umbria vede ridurre le sue performance rispetto ad alcune
regioni del centro-nord. Questo si registra in particolare nell’area “Innovazioni finanziarie, di prodotto e di struttura di mercato” del RUIS e in quella “Apertura all’esterno” del RUMES.
Ma ci sono anche note positive:
"Per altri indicatori (specialmente nell’area “Crescita economica”, che analizza appunto il grado di dinamicità del sistema economico regionale) si riscontrano invece segnali di miglioramento. Si consolida infine la buona performance dell’Umbria nell’Area Risorse Umane, anche se ciò non è sufficiente a compensare il peggioramento nelle aree sopra evidenziate".