Enzo Boschi, direttore dell'Ingv, ieri ha lanciato la "bomba" dicendo, in sostanza: visto che i giornalisti travisano tutto, censuriamo i dati dei sismometri italiani.
La cosa lascia senza parole...
Boschi, che ho intervistato più volte per diverse testate ed è estremamente disponibile con i media è probabilmente sotto pressione per le ripetute scosse delle ultime settimane e per l'inchiesta che lo vede indagato insieme al capo della protezione civile Bertolaso e ad altri cinque per "mancato allarme" in occasione del devastante terremoto dell'Aquila del 2009.
Il capo dell'Ingv rimane però una persona intelligente e uno scienziato, e la sua provocazione sembra sia ridicola che pericolosa per varie ragioni:
1. L'assenza di dati oggettivi non ha mai raffreddato l'allarmismo dei giornalisti. Anzi, senza una metrica precisa, molti potrebbero sentrisi autorizzati a sovrastimare e creare ancora più "hype"... Vero che i media ci hanno messo tutto l'impegno possibile nel spararle grosse (dall'indebito credito a Gioacchino Giuliani di cui ha fatto una bella ricostruzione Marco Cattaneo a molte altre...).
2. L'Ingv è un istituto finanziato dalle tasse dei cittadini italiani, che hanno il sacrosanto diritto di conoscere i dati.
3. Ma soprattutto: che cosa vuol dire Boschi con "non comunicare"? I dati sismici mica vanno solo ai media italiani. Vanno prima di tutto alla comunità scientifica e servono per (cercare di) capire che cosa succede nel Pianeta. E aiutare ad anticipare evacuazioni e tempi di risposta. Censurare i dati significa mettere i bastoni tra le ruote a tutta la comunità scientifica mondiale... L'Ingv è sicuro di voler giocare questa parte?
Corollario: una censura parziale solo per i media italiani non funzionerebbe. Siti come quello dell'Usgs (nella foto), il servizio geologico Usa, monitorano in tempo reale i terremoti di tutto il mondo. Anche se l'Ingv non facesse comunicati tutti impareremmo ben presto a tener d'occhi altri siti. Semmai aumentando l'imprecisione e quindi torniamo al punto 1...
In sostanza, quella di Boschi è una boutade, di attuazione abbastanza improbabile, ma tradisce l'incrinatira del rapporto tra scienziati e media, che invece su questi temi sarebbe auspicabile fosse più forte.