Fino a qualche mese fa Julian Assange si muoveva senza problemi oltreatlantico. Oggi gli Usa sembrano proprio off-limits per l'australiano fondatore di Wikileaks impegnato in un fuoco incrociato di boicottaggi con le aziende Usa, ma la sua visibilità ha incoraggiato la nascita di molti progetti analoghi, da Cryptome al più recente Openleaks del suo ex portavoce Daniel Domscheit-Berg (qui una bella intervista di Owni). L'ultimo ad emergere, con gram clamore della twittersfera, è Brusselsleaks. Ad oggi è appena una pagina con una dichiarazione di intenti: creare una piattaforma analoga a Wikileaks, ma concentrata sul lobbyng della Commissione europea, che solo a Bruxelles conta 15mila lobbysti impegnati nel plasmare direttive e regolamenti nei capi più diversi, dall'energia all'alimentare.
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