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mercoledì, 08 aprile 2009

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Guido Romeo

Ricevo da Mariapia Viola-Magni, dell'Università di Perugia, un commento all'articolo di ieri sul Sole24Ore che mi ha autorizzato a postare.


Egregio dott.Guido Romeo,

ho visto con interesse il suo articolo su biotech nel quale si afferma
che la formazione dei nostri studenti non è adatta l loro lavoro nelle
industrie.
Io sono responsabile di una rete tematica europea in Biotecnologie. La
rete fu creata nel 1996 e fin dal primo progetto ci proponemmo di
disegnare un curriculum che rispondesse alle esigenze delle
imprese,visto che i corsi esistenti non erano soddisfacenti.Il
curriculum fu presentato al bando della internazionalizzazione del
Ministero,fu approvato edè stato istituito un corso di primo e secondo
livello in lingua inglese a cui partecipano varie Università Europee.
Il corso è impegnativo e prevede tre stages nei primi tre anni e due
nel secondo livello,ovviamente dato il carattere internazionale da
fare all'estero in un impresa o istituto di ricerca. Il corso
(www.eubiotech course.org) è ovviamente impegnativo e non prevede
vacanze,quindi pochi sono stati gli studenti che hanno avuto voglia di
sottoporsi a tale fatica. I pochi però hanno qavuto la possibilità di
andare nei migliori laboratori non solo in Europa,ma anche negli STati
Uniti,Canada,Australia ed altre nazioni.E' ovvio che hanno trovato
lavoro appena terminati gli studi. Io ed i miei collaboratori abbiamo
cercato di coinvolgere il più possibile le imprese, ma poche fanno
parte della nostra rete che ha attualment creato anche un Associazione
EBTNA.com (European Biotechnology Thematic Network Association). Noi
saremmo interessati aconfrontarci con queste imprese discutendo il
curriculum da noi sviluppato e promovendo anche attività di
collaborazione.

Cordiali saluti
Mariapia Viola-Magni

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