«C'è ancopra posto per i giornali nel mercato del 21imo secolo» lo dice Philip Meyer (sì, quello che in "The Vanishing Newspaper" ha scritto che il New York Times di carta non ci sarà più - qui un bel pezzo dell'Economist di qualche anno fa che fece molto discutere) in una nota brevisisma ma incisiva su UsaToday a commento della notizia sull'aquisto (a prezzi di saldo) del Washington Post da parte del web-tycoon Jeff Bezos.
Da dove arriva tanto ottimismo nel momento in cui la voce dominante è che il bit spazzerà via la cellulosa? Meyer chiaramente guarda al di là dei supporti e osserva che Bezos è un outsider dell'editoria news e, proprio per questo «non è appensantito dalle cattive abitudini che i giornali hanno aquisito nel corso degli anni».
Soprattutto, è interessante l'opera di messa in prospettiva di Meyer che richiama il rilancio del Post dai suoi minimi storici (18 pagine) negli anni '30.
Btw, ecco un altro commento, da una voce meno famosa, ma certamente molto sul pezzo del perché Bezos potrebbe fare bene al Post. Lo firma Charles Arthur, tech editor del Guardian, che evidenzia 4 punti:
1. L'azienda creata da Bezos è già nella distribuzione dei contenuti. E cos'altro sono le notizie?
2. Amazon ha già una posizione forte nel modello di business con device e abbonamenti (leggi Kindle e Prime).
3. Le "Notizie" sono come la strada principale della tua città. La gente ci va per vedere cosa c'è di nuovo. E magari si ferma a fare dell'altro, shopping etc.
4. Amazon vuole entrare nel business della distribuzione iperlocale, dov'è appunto il Post.